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mercoledì 17 ottobre 2012

# 66 Faith

In curva si canta, in questura si tace...

# 65 Hope

Quante speranze ho riposto in certi momenti, che dovrebbero essere stati di svolta, durante la vita. Poi tutto è andato tacitamente a picco. Poche sono le cose che mi sono riuscite bene, poche  le persone che mi hanno dato qualcosa, tanti gli stronzi che ho incontrato sul cammino. Un lupo spalle al muro in una foresta ormai d'asfalto. Svendutomi mentalmente ad una vita avara e prepotente non mi resta che rassegnarmi ad essere uno stronzo qualunque, identikit perfetto dell'uomo bersaglio del mio passato. Qualsiasi cosa tocco marcisce o già è marcia, eccezion fatta per i due piccoli che provo a crescere nl migliore dei modi, anche grazie alla loro madre, donna forte e corretta. Ho provato a giocare con il destino, una partita a senso unico dove la mia mano è sempre stata perdente. Continuare a bluffare non ha più senso. Pssare è forse l'azione migliore ma aspettare di finire le fish lentamente proprio non lo posso permettere.

lunedì 15 ottobre 2012

# 64 Down

Le gengive fanno un male cane, intanto la pioggia mi cade addosso senza tregua e il naso gocciola sangue e acqua. Prima opoi doveva capitare, bussi ad una porta, annunci chi sei e bang, un colpo di mazza dritto sul volto. Fortuna ho tentato di schivare, ma lo striscio è andato giù pesante e mi sono accasciato sui gradini del palazzo bestemmiando in tutte le lingue che conosco. Il collega con cui faccio coppia scatta in avanti per prendere il coglione che non si aspettava il secondo. Ha aggito di istinto e lo capisco dal suo piagnucolare qualcosa mentre il mio socio gli blocca le braccia da dietro e quasi gli torce quel fottuto gomito da segaiolo. Lo tiene bloccato, entro in casa dello stronzo e afferro la prima pezza che mi viene tra le mani. La stringo sul muso e faccio pressione. Il dolore è atroce. Mollo una testata alla merda per sfogarmi e la cosa mi fa sentire meglio. Salgo nel cesso dello sfigato e comincio a lavarmi la faccia e a capire il livello dei danni. Ad una prima occhiata noto solo un fottutissimo gonfiore sullo zigomo e del sangue che mi esce da bocca, lo sputo tutto ed il sapore ferreo comincia a nausearmi. Apro la bocca e a parte qualche taglio interno conto ancora tutti i denti al loro posto. Sputo sulle mattonelle del testa di cazzo, nel frattempo il mio socio gli chiede se ha la grana, lo stronzo glissa. Avvertiamo il boss che a sua volta fa una chiamata ad un avvocato. Ci dice di stare li ed aspettare l'arrivo dell'uomo di legge con qualche ufficiale giudiziario per denunciare il mezza sega e prendergli roba pari al valore che deve. Aspettiamo tre ore, poi si fanno vivi questi tre stronzi. Il tempo che passa è un agonia, l'avv decide di chiamare un ambulanza per farmi prestare le cure del caso, dico che non c'è ne bisogno qualche pinta una paglia e tanta aspirina, ma il colletto bianco dice che bisogna seguire la prassi. L'attesa dura venti minuti, un paramedico mi invita a salire sul mezzo, nel frattempo attorno si crea una coda di fottuti curiosi, arrivano pure due volanti della polizia locale. Mentre mi tamponano il labbro con ovatta e betadine sento sulla radio le varie storie di merda di questa città. Dopo dieci minuti scendo dal mezzo come nuovo, domando al socio se abbiam finito e se possiamo levarci dai colgioni, lui assenna con un si del capo e sgommiamo verso il primo bar dove merito di automedicarmi come cazzo dico io.

venerdì 5 ottobre 2012

# 63 Damned

Il destino è veramente un gran figlio di puttana. Ti fa vivere situazioni che sembrano uscite dalla fottutissima mente psichedelica di uno scrittore strafatto di ero e malato dentro. Erano due settimane che cercavo di far breccia con una tipa conosciuta in un parking di un centro commerciale. Tipo che dopo aver fatto due chiacchiere davanti una vetrina di cose sportive avevo incassato un chiaro no per un invito a bere qualcosa. Non contento ho cercato di capire di che zone fosse, e cazzo, manco qualcuno lassù avesse ascoltato le mie preghiere che un giorno mentre andavo a fare due passi mi la becco alla fermata dell'autobus. La saluto facciamo due chiacchiere e cosi succede metodicamente per qualche giorno, fino a quando non la invito ad andare a prendere qualcosa. Lei accetta, ci scambiamo i numeri di telefono e ci salutiamo con la promessa di uscire nuovamente insieme. La sera stesso ci scambiamo una serie di sms, capisco che anche in lei c'è un certo interesse e non riesco a togliermi dalla testa il suo splendido sorriso. Una bella e cazzuta cotta. Qualche giorno dopo esco con una serie di colleghi di lavoro, festa di addio di libertà, uno stronzo si sposa e quindi ci invita tutti in uno di sti cazzo di bar dove c'è figa che balla ai pali e che è disponibile a ballarti sul tuo di palo, non so se mi spiego. Mentre son li di cazzeggio con i soci a sparami la mia lager noto una di ste fighe passarmi nella semioscurità del locale che ha un qualcosa di familiare. Mi alzo per seguirla, lei si gira e ci resto di merda. La figa è la tipa. Cioè quella per cui mi son preso una cotta lavorava in quel cazzo di locale. Lei scappa e scompare nella semioscurità artificiale del bar, saluto i soci e con una scusa dico che trono a casa che ho qualche problema. Una volta fuori mi rullo una paglia, prendo il telefono e le scrivo che per me non ci son problemi, ognuno fa il lavoro che vuole e che voglio rivederla. Ancora aspetto una risposta e presto dovrò decidermi ad andare in quel cazzo di bar per farci due chiacchiere.

mercoledì 3 ottobre 2012

# 62 "good boy"

Le mattine dopo una sbornia sono sempre uguali, mal di testa, bocca pastosa e stomaco sotto sopra. Se poi a fianco ti ritrovi con una tipa nuda e non bellissima, allora, 'caromio, bingo, sei proprio nella merda e capisci che quando esageri non ti rendi conto proprio di un cazzo. Mi sollevo lentamente dal letto evitando anche le minime vibrazioni. esco sul balcone e la luce del sole mi picchia sulle tempie pulsanti. Rollo una paglia per rilassarmi e a pieni polmoni sparo giù "tobacco and coffè" del giorno precedente. Qualche secondo e mi scappa maledettamente da cagare. Mi siedo sulla tazza e sprigiono il male che ho nelle viscere mentre tra le mani ho una rivista del 2005 ingiallita. Tra una pagina e l'altra mi ritrovo la tipa davanti con il rimmel che le ha fatto una lacrima stile pierrot e il trucco sfatto del suo viso. Mi saluta con un sorriso che pare dica "cristo, caca con la porta aperta e manco lo conosco e sono davanti a lui nuda e sfatta", tranquilla donna, è il naturale ciclo delle cose rare, il mio stile di vita. La saluto e le domando se ha bisogno del bagno, noto il suo " si si" fatto con la testa, così strappo un pezzo di carta igienica e mi levo via i residui di merda. Tiro il discarico e le chiedo se posso darmi una rinfrescata al occhio nero ceco, lei non capisce, sorrido e mi lavo il sedere nel bidet. Mentre le lascio il trono le domando se ha voglia di un caffè, risponde che sarebbe grandioso cosi nudo e con il culo che gocciola acqua mi avvio in cucina dove metto su la vecchia moka. L'aroma riempie subito la casa, apro la finestra della cucina e dalle strade entrano note di rapper "napulegni" che mixano le loro mitragliate di parole ritmate a strugenti momenti melodici, che cazzo di città che è la mia città. Mentre fischietto il nuovo motivetto che mi è entrato in testa sento il caffè uscire dalla moka e vaporizzarsi sul fornello a gas. Chiudo la manopola e verso in due tazze la miscela marrone. Grido se vuole dello zucchero e mentre sto li a cercare un cucchiaino mi ritrovo la tipa che mi cintura da dietro e comincia a baciarmi la schiena manco fossimo sposati da chissà quanti cazzo di anni. Il bello è che non conosco manco il suo cazzo di nome, o meglio dire che non lo ricordo visto la batosta alcolica presa. La ledy sembra leggermelo da dietro la nuca e con voce calma mi sussurra che lo vuole amaro. Mi giro  e in grande imbarazzo notto il mio xxx duro contro il suo ventre. Sorrido e mentre le passo la tazza aprofitto per divincolarmi dal suo abbraccio per correre a mettere su dei bermuda rigorosamente kombat. Ritorno in cucina e mi siedo fronte la dama e senza giochi di parole le chiedo il suo nome. Lei ride e dopo aver dato un primo sorso al caffè pronuncia la parola Paola. Perfetto, è domenica mattina, ho un fottuto mal di testa e mi ritrovo con una paola in casa che mi ha scopato, spero, tutta la notte. Iniziamo a chiacchierare in totale tranquillità e senza neanche accorgermene il tempo va come la birra pisciata dopo ore di duro beveraggio. Paola la definirei un tipo, non è bellissima ma è graziosa, sa parlare bene e non si scandalizza facilmente in più se ne fotte e agisce d'istinto. Concordiamo sull'andare a mangiare qualcosa, non smettiamo di parlare durante tutto il tempo, alla fine entriamo in una pizzeria e tra mozzarella, basilico e tanta acqua fredda trascorro una delle domeniche più tranquille della mia cazzuta vita. Paola, grazie.

martedì 2 ottobre 2012

# 61 Drink Drank Drunk

Tornato a Napoli non ci resisto chiuso in quella casa vuota e piena di fottuti ricordi. Il cuore betta forte, lo senti quasi in gola e la mente viaggia troppo velocemente. Sento la porta chiudersi dietro di me, scendo in ascensore seguendo i numeri dei piani digitali come il conto alla rovescia di uno shuttle pronto ad essere sparato su marte con le su fottutissime scimmie rasate al comando. Non ho tempo di cercare numeri e persone, ma so che se qualcuno è ancora vivo o nei paraggi si troverà in quel cazzo di pub che era meglio di casa. Metto in moto e scatto tra le strade semideserte. Arrivo, parcheggio, l'insegna è aperta, apro la porta ma il posto è vuoto. Mi siedo al banco, tutto è cambiato tranne il mio culo e la mia voglia di sbrozarmi. Metto in fila pinte, la testa gira ma di musi amici nisba. Tutto finisce, entra una serie di persone, sconosciuti, tra delle persone risalta un brunetta, bel sorriso faccia pulita, look radical chic. La cerco con lo sguardo, lei lo nota, giochiamo un po' e poi alla fine si allontana dal gruppo e ormeggia al mio banco. Mi tira fuori la solita storia della faccia conosciuta, sto al rompi ghiaccio. Le offro da bere e quando le chiedo il suo numero ricordo bruscamente che siamo in italia e che col cazzo che riesci a portartela tra le lenzuola amiche al primo round. Ci provo lo stesso ma mi mette k.o. ai punti. Le sorrido e sgommo lasciandola li seduta incredula. ESco e mi accendo una paglia, la porta si apre e sento tirarmi dalla t-shirt, manco il tempo di girarmi che sono incollato alle sue labbra. Senza dire una parola montiamo in macchina, mano nella mano arriviamo fino a casa e questa volta i piani contano le volte che i nostri corpi si stroppicciano. Entro in casa e con foga le sfilo maglietta scarpe e pantaloni, lei non è da meno e nudi e attaccati ci buttiamo sul letto. Ora la scopo, ma domani non vorrò manco guardarla in faccia, ma bisogna cogliere il momento, perchè il momento, 'calatroia, è tutto.