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domenica 24 giugno 2012

# 55 Rabbia

Su questa terra viaggiano troppe faccie di merda. Odio con tutto me stesso uomini e donne. In pochi mi sono indifferenti. " L'uomo nasce buono " scriveva Rousseau, poi diventa una merda. Bugiardo, infame, spocchioso, arrogante, furbetto.  Prima odiavo il mio nuovo "lavoro" di ripiego, adesso, invece, inizio ad apprezzarlo ogni giorno di più in quanto mi da l'opportunità di incontrare le peggio merde e di menarle all'occorrenza, scaricando su di loro tutta la rabbia repressa per una umanità che veramente fa schifo. Siamo una specie in via d'estinzione, peccato che ci vorranno tanti altri secoli, ma il tutto sta nel  cominciare...

giovedì 21 giugno 2012

# 54 Why does it always rain on me

L'afa è tornata e rimpiango il gelo di quest'inverno. Cosi come il caldo ha ormai stratto la morsa sui nostri corpi sudati la crisi ha definitivamente abbattuto tutto quello che cercava di mantenersi a galla. Effetto domino e cosi dopo anni di buoni intenti e voglia di una vita "tranquilla", mi sono ritrovato a dover accettare che forse, dopotutto, uno come me non puo' aspirare a qualcosa di normale. E cazzo, allora ti ritrovi di nuvo in un bar di periferia, dopo un paio d'ore d'auto. Qualche birra e qualche muso di vecchia data. Due chiacchiere, una richiesta d'aiuto in nome di quello che fu e cosi ti scivola in tasca un numero di cellulare. Ringrazzi, offri un giro, qualche risata ricordando  i vecchi tempi e ti ritrovi fuori a parlare con un cazzone che ti pagherà una merda affinchè tu gli risolva i problemi. Ma del resto hai poche scelte, i marmocchi hanno bisogno di vestitini e scarpe e tu devi fotterti per loro, è la vita caromio. Rock e punk sparato nelle orecchie, testa bassa e pronto a partire. Vai per case, bar, banchi di scommessa, uffici di pegni. Cerchi sulla lista i tuoi oggetti, oggetti fatti di carne e ossa, ma che devono restare "cose" nella tua testa, perchè se li umanizzi, allora, sei fregato, non riusciresti a fare quello per cui ti pagano. E' dura, ma cazzo, ci sei vissuto in questa merda e sai benissimo come funziona. Ogni nome che cancelli dalla lista è un passo per l'inferno.  Spesso tutto fila liscio, loro mollano la grana e tu ti levi dai coglioni tirando un sospiro di sollievo, ma quando ci sono quelli che ti buttano addosso tutta la loro miserabile vita, allora devi chiudere le orecchie, settare il cervello su altre frequenze e come un automa dire che non te ne fotte un cazzo e che ripasserai da li a qualche giorno. Poi ci sono quelli che provano a filare via, li trovi sempre nelle agenzie dove buttano soldi su scommesse inverosimili o in videopoker narcotizzanti. Allora in queste situazioni ti tocca sudare, correre, buttarli a terra o bloccarli per strada dando poco nell'occhio per poi trascinarli dentro l'anfratto di un garage o l'antro di un palazzo, ti tocca  mollargli qualche colpo ai reni per sfincarli e gli rovisti nelle tasche per vedere se hanno quello che devono. Sono nato e cresciuto per questo? La korea mi ha insegnato a vivere anche cosi, e forse per gli spurghi come me non c'è via d'usicta a qualcosa di migliore, almeno per il momento. Tornato a casa mi butto sotto la doccia, musica a palla per non pensare, il sorriso del marmocchio, qualche latta per stordirmi e buttare alle spelle un altro giorno del cazzo.

martedì 5 giugno 2012

# 53 A volte ritornano...

Sembra che certe volte quella gran troia della vita ci goda a metterti in certe situazioni del cazzo. Qualche giorno fà mi son ficcato in auto e son sceso a BCN city, avevo voglia di smog, caos e gente. Parcheggio l'auto e m'incammino per le strade colorate. Scendo alla rambla, è il caos regna sovrano. Dopo il solito giro alla Boqueria e un tuffo nei tantissimi ricordi, decido di sedermi in un bar poco distante dal mercato. Son li che mi ordino la solita estrella quando sento pronunciare il mio nome. Mi giro e mi trovo alle spalle lei, proprio lei, yurani. Il colpo è bello tosto cazzo. Li per li non mi esce nulla da questa cazzo di bocca e la ragione è perchè quando l'ho rivista il cuore mi si è ficcato in gola. Sbiascico qualcosa, mi metto in piedi e la saluto. Il suo sorriso mi mette in agitazione e dai suoi occhi nocciola capisco che son diventato rosso come un cazzo di peperone per paella. La invito a sedersi con me, lei accetta con una naturalezza spaventosa. Sono forse cinque anni che non avevo più notizie di lei, da quella volta quando su barceloneta la lasciai in lacrime su una panchina fronte porto, dopo che mi aveva nuovamente distrutto annunciandomi il suo matrimonio. Faccio mente locale e butto l'occhio sulla sua mano sinistra e noto un anellino di quelli belli cari in oro bianco. Le chiedo cosa prende e mi risponde che gradirebbe un analcolico alla fragola, chiedo al tipo al banco se gentilmente puo' fare sto cazzo di analcolico e di riempirmi un altra pinta di lager. Detto, fatto. Le chiedo come le butta e prima d'iniziare a parlare tira indietro i capelli e il profumo mixato con quello della sua pelle quasi mi mette ko come un gancio al mento. Racconta del suo matrimonio scialbo e monotono,  del suo lavoro che la tiene impegnata molte ore al giorno e del poco tempo libero. Poi, ovviamente, la domanda mi si ritorce contro, cosi le spiego che son padre di due marmocchi, che purtroppo la convivenza è andata di merda, grazie anche a lei che non mi è mai uscita dalla testa, ma questo lo tengo per me, e che la tipa con cui ho messo su prole è... e in quel momento mi anticipa nominando cristina. Cazzo, lo sapeva già. La guardo sorpreso, lei sorride ancora una volta e mi confida che con la Cri si sente spesso, la ritiene quasi una sorella e che quindi tra di loro non c'erano e ci sono segreti. Sento il corpo ardere, cosi butto giù un lungo sorso di birra mentre lei sorseggia, in un momento di silenzio, il suo analcolico rosa. Sto li qualche secondo, poi mi faccio coraggio e le chiedo se è felie, insomma se sta bene. Mi fulmina con l'ennesimo sorriso e guardandomi dritto negli occhi mi gira la domanda. Sono come ipnotizzato, e dal mio metro e ottanta sento rimpicciolirmi sempre di più. Sfuggo ai suoi occhi e con voce tremante la invito ad indovinare. Non le rispondo, cosi dopo un altro sorso al liquido rosa mi rifissa e sotto voce mi dice che anche lei avrebbe voluto qualcos'altro nella sua vita. Da uno sguardo al suo cellulare e dice che deve scappare, mi alzo e l'abbraccio e sento le sua mani stringere la mia schiena. Prima di vederla scomparire da dietro la porta d'entrata del bar mi lascia un bigliettino da visita con il suo numero, mi sfiora la guancia con le labbra e dopo qualche istante i miei occhi la vedono perdersi tra la folla della rambla. Ed io li restai come uno stronzo a fissare il vuoto.