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domenica 30 settembre 2012

# 60 run rabbit run

Sedici ora volate come sedici secondi. Tre frontiere attraversate tra mille ricordi. Bcn - Genova - Napoli in auto, sparato come una pallina d'acciao di un flipper in tilt. La mente in over booking di pensieri sembra imballarsi quando spengo il motore dell'auto sotto quella che anni fà era casa. Il silenzio della notte, una sirena di qualche volante si perde nella notte porpora e afosa. Apro il cancello e i quindici piani che mi separano dall'interno ventisette sembrano una scala senza fine. La puzza di chiuso mi soffoca, il caldo è opprimente, tiro su la persiana e apro le imposte respirando a pieni polmoni l'aria che sa di salsedine e nafta. Mi rollo una sigaretta e metto su la tv per tenermi compagnia. Qui non si trovano las señoritas , la cosa non è positiva. Troppi ricordi iniziano a riempirmi la testa, sembra che il fottuto cranio non riesca a far posto a tutto. Il frigo è vuoto, la gola è secca e la mente ha voglia d'essere violentata. Mi rimetto in strada, entro nel primo bar che trovo aperto. Pago una peroni grandi e me la sparo tutta giù avidamente. Il barista ha la mano pronta sotto il bancone, gli dico di non farsi film e di stare calmo che non sono quello che pensa. Pago la birra e mi tolgo dai coglioni. Le 3 a.m. non sono l'ideale per stare giù in strada quando prmai nel quartiere tutto e quasi tutti son cambiati. Torno alla base e mentre mi sparo nei polmoni un po' di erba metto su una compilation di vecchia scuola rude ma orecchiabile e mentre son li che aspetto un'altra alba mi ritrovo col viso bagnato dalle lacrime e una gran voglia di scappare lontano.

giovedì 13 settembre 2012

# 59 Destroy all humans

Non c'è più voglia di guardarsi in giro. Porcaputtana! Alla fine mi ritrovo sempre nello stesso "loop" maledettamente disincantato. La trafila è sempre la stessa, sgabello del bar, alcohol, drum e "putas". Mentre tutti per strada inneggiavano alla libertà "fiscale" e gridavano la loro rabbia io me ne stavo nel mio piccolo rifugio, il letto di un albergo con due stelle cadenti e la chioma corvina di una ragazza esotica pagata per averla tutta la giornata. Il caldo boia non aiuta, le imposte aperte con le tapparelle serrate comunque davano spazio a slogan e cori che non toccano nè il mio di animo nè quello della mia compagna part-time. Soprafatto dalla voglia inizio a scopare come un' ossesso, le urla, i fischi anestetizzano le sensazioni e così mi ritrovo a sudare a denti stretti sul ventre levigato color ebano della ragazza conosciuta pochi minuti prima nella hall di questo cesso chiamato hotel. Sulla scrivania già pronte un paio di paglie ben rollate e mixate, una bottiglia di jd è pronta per essere svuotata e mentre mi libero di tutti i pensieri, rabbie e ossessioni sparo nella scarpetta di cenerentola del nuovo millennio, milioni di fedelissimi soldati bianchi. Passo un po' di drum alla lady che accetta con piacere, fumiamo svaccati sul letto, nudi e ancora affannati. L'odore del tabacco e del suo sudore mi riporta a volerla immediatamente. Aspetto che finisca la paglia butto giù un lungo sorso di JD e mi cambio la scarpa di lattice. Le passo del beveraggio, ma la latina mi stringe le sue dorate gambe sul busto e mi trascina nuovamete tra le sue meraviglie. Loro, li fuori gridano alla libertà fiscale, bravi coglioni, siete tutti solo schiavi oggi della spagna, domani della catalunya e dopodomani sa il cazzo di chi. Io intanto mi godo il mio mmento di beatitudine sureña.

sabato 8 settembre 2012

# 58 e quindi...

E quindi tutto gira fino a quando non ti finisce il carburante e resti stremato nell'angolo di una strada senza uscita. Il silenzio è stato lungo, il cambiamento duro, ma la vita continua e non so se è una cosa positiva o negativa. Ho dovuto cambiare lavoro. La mia attività che avevo messo su sputando sangue e bestemmie per mezza europa e crollata sotto le scosse di una crisi economica che a dirla tutta è sembrata più morale che finanziaria. Ma i topi son forti, e quelli neri ancora di più. Poco mi ci è voluto per trovare un altro lavoro. Una cosa che non ho mai fatto, lontana anni luce dai miei pensieri ma cosi vicina al mio sporco passato. Son passato a recuperare crediti, lo sporco denaro che fa girare il mondo a scapito di chi lo possiede in misera quantità. Lavoro per gli usurai sponsorizzati da banche e governo. Privati vampiri che succhiano le vite degli altri in cambio di un momento di pace. In un mondo dove tutto segue una logica fin troppo risaputa, i sognatori han gettato la spugna, ed io ormai mi trovo riverso al centro del ring col capo chino. Il "sistema" mi ha sodomizzato, alla fine c'è riuscito, dopo 32 anni ha piazzato il colpo del ko, ingurgitando la mia anima con tutti gli ideali che un tempo facevano sorridere questo volto stanco che mi ritrovo. Lavoro per il nosferatu finanziario. Sono il suo schiavo, il suo esecutore, il suo braccio armato, il suo avvoltoio, la sua troia, la sua mosca che si poggia sulla carcassa putrefatta del mio io ormai andato. In molti mi han detto che cosi va la vita, che in questi tempi oscuri o si è prede o predatori, ma io mi sento un po' l'una e un po' l'altra. "Vita mia morte tua", " ci sono le rate del mutuo, dell'auto, le bollette, i bambini, come la mettiamo?". La mettiamo che ho stuprato la mia anima è ho firmato un contratto vendendo i miei sogni al sistema. Ogni mattina giro in lungo e in largo per le strade di città e paesini del cazzo, ad ogni porta che busso sento il fiato putrido della società che sbatte contro il collo. Lacrime, bestemmie, tentativi di agressione, fughe, spiegazioni di cui non me ne fotte un cazzo, finti svenimenti, ormai non mi tocca più nulla, sono diventato un automa, più nomi cancello dalla lista più soldi ci sono per gli sciacalli e più resti di carcassa restano per me.
Se questa è vita, allora non ho mai vissuto.