BLOGGER TEMPLATES AND TWITTER BACKGROUNDS

domenica 15 gennaio 2012

# 20 Death it's our peace

'Orcatroia fuori tira un vento del cazzo. Cose da tagliarti la gola a star col collo fuori. Stesso li dove lavoro mi son fatto una cazzo di doccia per tirar via tutti gli odori con cui devo vivere. In strada non c'è nessuno, è tardi, fa freddo e la gente non ha un cazzo da spendere. Io non sono da meno, tutto quello che ho se ne va per vari cazzi, fitto, bollette da pagare e paga da passare mettici qualche pinta giornaliera e fanculo conto in merda. Metto in moto e sgommo con una fottutissimma compilation di mp3 con i controcazzi. Parcheggio nella solita piazza triste e deserta di questo paese sperduto ed entro nel solito bar. Il panorama non cambia, sorrido a diana e tutto bello e fresco mi siedo davanti lei che sta smanettando con certe bottiglie di JD e JB. Le chiedo di versarmene uno doppio liscio. Mi sorride e mi domanda che programmi ho per la notte. Cazzo, sono solo le 24, altre due o tre ore di autonomia le ho, ma tutto dipende da quanto vuole tirarmi fuori dalle tasche li nel bar. Ride di gusto. I suoi capelli nero corvino le si infilano tra la scollatura del seno mentre si piega sul lavandino per lavare qualche bicchiere. Un vecchio etilico del cazzo le punta gli occhi proprio in mezzo a quei due pompelmi. Mi scappa una risata e dico al vecchio di andarci piano, farsi una raspa a quell'età non è consigliabile manco per il cazzo. Lui insofferente e ferito nell'orgoglio biscica qualcosa, manco lo ascolto il rinco. Ritorno a puntare la mia attenzione su di lei. Oltre al lavoro e ai bambocci che stan con la madre al momento è l'unica cosa piacevole che ho qui. Butto giù un paio di lager e sento già le gambe venir meno. Fisso l'orologio del timer della macchina da caffe che segna quasi l'una. Il bar si svuota degli ultimi stronzi che non hanno un cazzo da fare, sono li seduto mentre i neon delle vetrine e le luci della sala si spengono. Tutto viene illuminato da una sola luce verde posizionata sui battiscopa del bancone. Nella penombra vedo la figura di diana infilarsi nel giubino e dopo qualche istante le narici vengono travolte da quel suo profumo che tanto mi manda fuori di testa. Mi sollevo a fatica, i bicchieri e le pinte con la giornata passata non mi aiutano tanto a stare in piedi. Lei mi si mette sotto il braccio e mentre usciamo mi sussurra qualcosa che suona bene. L'aiuto a tirar giù la saracinesca. L'aria è gelida, l'odore della legna bruciata la fa da padrona tra i vicoli medievali di questo brufolo di culo di paesino. Inizia a scender giù qualche fiocco quando stiamo per entrare a casa sua. Il calore che c'è dentro è pura goduria. Tiro via il parka e mentre lei mette su una tegliera d'acqua bollente per un te caldo la cinturo dal di dietro e mi perdo con la testa tra i suoi capelli che odorano a yellow daiamond.
Mi ritrovo disteso nel suo letto, nudo, con il suo corpo rannicchiato contro il mio. Il suo respiro nella notte batte il ritmo insieme al ticchettio delle lancette del'orologio che ha sul comodino. Dalla finestra una luce giallognola di un lampione in strada illumina leggermente la stanza. Il cervollo è ormai in tilt. Non ho sonno e la stanchezza sembra quasi lottare con i neuroni per vincere la battaglia e farmi cadere nel sonno, ma no nc'è verso. Stringo diana contro di me e le bacio la nuca, ripenso ai due marmocchi e a come la vita abbia risposto colpo su colpo al mio vano tentativo di metterla sotto. Il lampione fuori in strada si spegne e quel cono giallognolo di luce lascia il posto a una timida luce solare. Sento la pioggia battere contro i vetri. Sembra quasi che vada a ritmo con il respiro di lei immersa in un profondo sonno. Mi gratto la testa e stringendo ancora più forte il corpo caldo di diana penso che tutto sommato la vita non è malaccio se riesco ancora a trovare anime e persone come lei.

Nessun commento:

Posta un commento