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domenica 29 settembre 2013

# 72 Soscià

Cazzo, un mese trascorso fuori, di casa, non proprio,  fuori e basta. Nel ventre di un'enorme balena di acciaio e plastica. Di giorno libero di girovagare nella piccola Disney per adulti e di notte a respirare gasolio bruciato e salsedine salata. Aspettando il momento che tutto finisca, tra una pinta e un panino buttato giù frettolosamente. Di notte i neon viola illuminano il tmio cammino tra una lanterna a prua e un faro a poppa. La  stella polare è il piccolo brondi che metallicamente mi dice che fare e dove andare. Finalmente a terra, arrivo senza essere aspettato, giusto il tempo di mettermi in un autobus e su un treno per poi ritrovarmi in una casa oramai troppo grande. I vecchi fantasmi tornano a trovarmi e cosi mi richiudo tra quattro pareti metalliche, ma stavolta viaggiano su gomma e l'unica lanterna viola che illumina il mio cammino è il fottuto neon di un bar ai margini del confine. Entro e una prostituta è li a farsi una birra è una paglia, mi guarda con insistenza, i capelli bruciati dalle tinte da discount e vestiti ormai consumati fanno di lei l'ultima cosa che vorrei sul sedile posteriore della mia auto. Fuori, sulla strada, c'è solo il buio. Prendo una birra e mi rollo un po' di drum, come festa di benvenuto è una vera merda e inizio a contare i secondi che mi dividono dal prossimo imbarco. Pago la birra e domando al tipo dietro il banco se si puo' rimediare qualcosa di meglio di quell'immagine di disperazione all'entrata. Lui ride come se fossi un fottuto comico del cazzo, ma la mia espressione dice tutt'altro.  Ritorna serio e mi da un volantino di un posto che è sia Fr che Es. Rimonto in auto e dopo mezz'ora scelgo il surrogato di compagnia femminile che più mi va a genio, spiattello due centoni e per questa notte almeno non sarò solo.

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