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domenica 26 febbraio 2012

# 36 Karmacoma trip to this fuck world...

Nella mia piccolissima e sfigatissima vita ho sempre avuto chiara una cosa 'caromio, viaggiare è aprire la mente. Voglio dire, cazzo, io non ho avuto la possibilità di soffermarmi su tutta quella roba tipo università e cazzi vari, ma ho studiato in un'altro modo, viaggiando, facendo una cazzo di borsa mettendomela a tracollo e andando dove potevo e dove mi girava. Vero, non tutti lo fanno perchè in fin dei conti è una cosa da sbandati, ma vuoi mettere quello che ti lascia una cultura diversa dalla tua da ore e ore passate su un cazzo di testo che ti parla di come è formata la psicologia dei popoli di non-so-di-quale-cazzo-diposto? Andare via da casa con una manciata di euro non è il massimo. Non nascondo che spesso il fatto di lasciare un posto mi ha fatto venire la tremarella, tipo quando, non so il perchè, per seguire quella che era la mia tipa lasciai tutto per andare in Colombia. Sbattuto a miglia e miglia lontano da casa in un posto meraviglioso ma dove ,caro socio, i turisti bianchi sono sempre tenuti sotto controllo da quelli che ti vogliono inculare. Le prime tre settimane da favola, poi uno scazzo per alcune storie mie del passato e la relazione di un paio d'anni buttata in merda. E così mi ritrovai solo in un paese che è lontano anni luce dalla razionalità europea, a passare le ultime due settimane in una camera d'albergo, girovagando per i bar e le spiagge di cartagena, posto meraviglioso ma dove devi stare attento dove cazzo metti il naso. Eppure, in condizioni  del tutto del cazzo, riuscii a sfangarla conoscendo degli autoctoni con i controcoglioni. Non contento qualche anno dopo ripetetti la storia ma questa volta non per un donna. Dovevo togliermi per un po' dai coglioni dalle strade della mia città, cosi parlando con un socio ok di A Coruña decisi di trasferirmi per un po a Monteverde, una cazzo di cittadina sulle coste del pacifico in Ecuador. Posto paradisiaco, pensavo di essere quello sfigato di Colombo quando dopo un viaggio del tutto discutibile misi piedi in questa cittadina. Ci son rimasto sei mesi, sei cazzutissimi mesi, ospite del mio socio Petri, ex skinhead iberico con parecchi problemi che aveva deciso di riiniziare una vita lontano da quello che era il suo passato. Si trascorrevano le giornate a bere birra su quelle splendide spiagge allumando qualeche figa locale. Petri aveva, e forse ha, un dono, sa tatuare come pochi cosi si guadagnava da vivere lavorando sulla pelle di turisti e locali. Guadagnava un bel tot e in quei sei mesi mi rendevo utile dandogli una mano nel negozio. Ogni tanto si doveva andare a quito per risolvere questioni di visto e passaporto e cazzo, quito è una metropoli così triste. Si respira aria di decadenza. Si restava giusto un paio di notti. Di giorno a lottare e oleare i burocrati locali e la notte a bere liquori e birra in bar dove anche le blatte avevano il loro cazzo di posto a sedere in prima fila ascoltando cumbia o salsa illuminati da fili eltettrici issati su pali di legno con lampadine che avevano visto giorni migliori. Ore ed ore a parlare con i locali, spesso avanzi di galera obesi da fare schifo stretti in delle canottiere lerce di sudore ma reali e veri. Se non mi sono beccato nulla li, allora cazzo, non mi infetterò mai più con niente. Eh si, cazzo, vedi laureati, dottorini e dottoroni, che non vedono oltre la loro punta schifosa di naso, mentre uno spurgo come me potrebbe insegnargli un bel tot di cose.
Una persona che non viaggia è una persona arida, una persona arida è una persona che non merita il rispetto ed il rispetto non si misura o guadanga a secondo dei titoli  che hai, è l'esperienza di vita che ti assegna i punti, garantito socio.

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