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sabato 11 febbraio 2012

# 29 Quando il passato è meglio del presente ma nel suo presente era peggio del futuro

Ennesima giornata trascorsa a spadellare e impiattare cibo per ricchi e semi-ricchi maiali. Tutti belli nei loro stivaletti dopo-sci e tute isolanti. Le comande volano come rondini di primavera ed io sono li come una macchina a impiattare, guarnire e provare perchè tutto sia come deve essere, perfetto. Il corpo e parte del cervello è intrappolata in quella cucina ma l'anima è volata via, un viaggio nel passato, i chilometri nella notte su autostrade deserte e depresse, noi quattro come bagaglio un basso una chitarra e i nostri sogni. Gli autogrill caldi e silenziosi, l'aroma di caffe che si mescolava a quello del deodorante da cesso, il caldo soporifero e il brusco risveglio all'uscita per via del freddo. Il nostro momento, si urla la rabbia contro un sistema che ci vuole sordi ma che alla fine ci assorbe e ci vince senza manco faticare molto. Le pacche sulle spalle, qualche birra offerta, un panino mangiato per mettere dentro qualcosa che sia solido e poi di nuovo in auto, su e giù per questa cazzo di penisola manco fossimo il tracciato di un elettrocardiogramma. Ospiti di ragazzi come noi, una grande famiglia sotteranea, lontana dagli occhi indiscreti di modaioli e pezzi di merda. Ci hanno chiamato ratti, han scritto che siamo usciti fuori dalle fogne, noi gioventù nera dagli sguardi allegri e un futuro breve. Si eravamo fuori dalle fogne, sgusciavamo tra i vostri sogni falsi e mendacei, pronti a morderli e rosicarli, pronti a rovesciare nelle vostre tranquille e calde case la nostra rabbia, la nostra peste nera...

Ci odiate, ma il sentimento è reciproco maiali...

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