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giovedì 9 febbraio 2012

# 28 Smash the scum

Rientro a casa dopo aver portato il mio boxer a fare un giro per i boschi, si sa gli animali vanno curati e Barone adora andar per alberi e piante per ritrovare i suoi istinti primordiali. Arrivato sotto casa, cazzo, mi rendo subito conto che qualcosa non quadra. Noto le luci accese e una finestra non chiusa. Non è da me lasciare le luci sull'on e figuriamoci una cazzo di finestra aperta con il freddo che tira sui pirenei. Barone è nervoso, sa che qualcuno ha violato il nostro spazio. Gli faccio una carezza sul muso per non farlo abbaiare, lo stronzo voglio beccarlo per bene e dargli la paga. Silenziosamente saliamo per le scale esterne, inserisco la chiave nella toppa e cerco di girare senza che la serratura dia il clock. Sono dentro casa, noto subito un casino della madonna. Dei rumori provengono dal fottuto dormitorio, ho il sangue che viene pompato nel cervello ad una frequenza impressionante. Dal rumore penso che dentro sia solo uno, ma meglio pensare al peggio, cosi apro l'armadio che sta nell'ingresso da dove afferro una mazza da baseball che porto con me da quando capii che suscitavo meno interesse comprando un affare di questo sport cosi stronzo invece di un fottutissimo tirapugni. Barone sbava come un forsennato, gli sussurro di stare seduto e lui da buon sottomesso esegue ma presto so che verrà anche il suo momento. Molti avrebbero chiamato la pula, altri sarebbero scappati o avrebbero urlato per mettere in fuga il topo, ma io ho tanta voglia di scaricare tutta la mia frustrazione sul primo coglione che me ne da la possibilità e lui, il topo, è caduto dal cielo prorpio nel momento migliore. Passo nel corridoio, il povero stronzo è ancora li a scavare nelle cassettiere nella speranza di trovarci qualcosa. Sono quasi sulla porta della camera da letto e noto che il pezzo di merda ha gia messo nel sacco il note book e la tv che erano in quello che amo definire "living room". Stringo l'impugnatura della mia mazza tra le mani ed irrompo con un blitz mirato nella camera. Il coglione non fa a tempo a girarsi che si ritrova a terra piangendo dal dolore. L'ho abbattuto con un colpo secco sul menisco, ho sentito il crack delle sue giunture all'impatto con la  mazza di legno. Il povero coglione prova a mettersi in piedi tra lamenti e urla ma non è ancora arrivato il momento. Mollo un altro colpo, questa volta al costato e minimo gli ho inclinato e rotto un bel po' di costole. Ora la merda è a terra che stenta a respirare, forse una costola rotta gli ha perforato un polmone, ma sono solo cazzi suoi. Ormai l'adrenalina ha preso possesso del mio cervello. In testa rimbomba solo una voce che come un mantra ripete " è ancora troppo presto deve soffrire  ". E' li a rantolare e piagniucolare. Vedere le persone piangere mi fa incazzare di brutto, così gli mollo un calcio al petto, pieno collo. Lo stronzo mi vomita, e la cosa mi manda in bestia. Gli urlo che oggi sarà il suo ultimo giorno su questa merdosa terra e mentre sfilo dal suo borsone la tv e il note,con la coda dell'occhio, noto un suo tentativo goffo e stupido di mettersi in piedi e telare. Fischio e barone in un nanosecondo è sulla soglia della porta che ringhia a brutto muso contro lo stronzo. Il povero coglione, spaventato, cade sul suo culo e sono sicuro che il contracolpo è stato bello duro perchè rivedo uscire dalla sua bocca del liquido marrone. La stanza è impregnata di un lezzo di succhi gastrici e sangue. La cosa mi manda ancora più in bestia e barone affonda le unghie nel parquet come se volesse trattenere i suoi cinqunata chili di muscoli. Mollo un cazzotto sul povero stronzo. Lo prendo in pieno sul naso e  schizza fuori del sangue che per poco non mi becca sul parka. Urlo a barone di stare fermo, l'odore del sangue e della paura lo sta torturando. Il topo è li, abbattuto, consapevole che per lui oggi potrebbe essere l'ultimo giorno. Lo stronzo ha sbagliato casa, lo stronzo non doveva toccare le mie poche cose, lo stronzo non doveva ficcare il suo schifoso muso nella mia vita privata. Mi sfilo la cinta dai pantaloni e colpisco il rinco dietro il collo, l'impatto lo ributta a terra. Mentre rantola qualcosa gli prendo le braccia e gliele incrocio dietro le spalle. Lego le sue luride mani con la cinta appena tolta e lo lascio steso per terra su un lato a piangere e lamentarsi. Mentre lo scavalco per toravare una seocnda cinta per bloccare anche i piedi, noto con disgusto, che oltre a vomitarsi addosso e sul mio fottuto parquet si è pure cagato e pisciato nei pantaloni. La puzza nella stanza è nauseante cosi mi do una mossa e con una cinghia di uno zaino improvviso una seconda corda per bloccargli le gambe. Mi supplica di lasciarlo andare,  prega di non ammazzarlo, ma le sue lamentele mi fanno incazzare ancora di più e mentre gli sferro una serie si calci alle gambe gli ringhio che la sua vita per me non vale un cazzo. Prendo il cellulare e chiamo la stazione di polizia locale. Mi risponde una donna, le dico di mandare subito una macchina presso la mia abitazione dove ho un fottuto spurgo da consegnare. La tipa fa mille domande ma io le dico con voce pacata e bassa, che se entro mezz'ora non vengono a prendersi questa merda proverò a farlo scendere per la tazza del mio cesso. Neanche cinque minuti e i due agenti sono in casa. Increduli mi domandano cosa cazzo mia sia saltato in testa, rispondo che io non ho fatto nulla che lo stronzo e inciampato e che le cinghie gliele ho messe io quando, entrato, l'ho trovato svenuto. I due pulotti capiscono la zolfa si caricano lo stronzo e mi fanno fare una dichiarazione dei fatti. E cosi mi son ritrovato con un gran casino da ripulire.

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