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giovedì 24 novembre 2011

#8 crew

La pausa estiva era quasi al capolinea, le giornate iniziavano a frasi corte. Era tempo di tornare alla routine. Avevamo sfruttato al massimo le nostre potenzialità per fare soldi facili senza romperci troppo il cazzo. Riuscii a mettere da parte quasi 200 sterline. Una somma che mai avevo visto tra le mie mani e sa il cazzo quando potevo rivederla in futuro. Decisi di spendere un po' di grana in cazzate. La prima cosa che feci fu quella di andare in un fottutissimo studio di tatuatori e farmi fare un cazzutissimo leone rampante sull'anca. Non avevo gli anni per farlo, ma il tatuatore non approfondì e io non gli diedi modo, cosi dopo 45 minuti uscì con il mio primo tattoo addosso. Iniziò nuovamente il college, solite lezioni, solito via vai. Ogni tanto andavo a salutare la mia mentore Fadwa, per comodità la chiamavo direttamente Fad. Era sempre disponibile a dedicarmi 5 minuti. Un giorno passeggiavo lungo il campo in erba quando fui accostato da un tiraseghe che non seguiva nessun corso con me. Si presentò con un sorriso del cazzo e mi allungo la zampa affinchè gliela stringessi, ma io manco per il cazzo. Un po' imbarazzato il coglione ritirò la mano e mi disse che si chiamava Eliot, la cosa non mi interessava più di tanto ma lo stronzo aveva voglia di entrare nelle mie grazie, e sa solo il cazzo perchè. Mi fece intuire che lui sapeva della storia dello smercio, ma io feci orecchie da mercante e dissi che non sapevo nulla di tutto ciò, il tiraseghe era il tipico ragazzino per bene, con voti discreti e la reputazione da bravo ragazzo, il tipico stronzo che tutti vorrebbero prendere a calci in culo. Mi spiegò che doveva dare una festa in casa tra qualche sabato, e siccome i suoi vecchi lo lasciavano per il fine settimana voleva metter su qualcosa di tosto, con beveraggi inclusi. Capi cazzo voleva, un po' di sbobba da bere per lui e i suoi soci. Gli diedi appuntamento a dopo la scuola, all'uscità per metterci d'accordo. Lasciai il coglione li sul posto con un sorriso da ebete e mi diressi a seguire i corsi. Erano le 15 e usciti da scuola mi beccai con il frocio. Gli chiesi i quantitativi e per quanto ne capii mi chiese all incirca una 30 di litri tra birre e vodka a vari gusti. Gli chiesi in anticipo 50 sterline, e a saldo altre 40, il ciucciapiselli sembrava un po' restio ai prezzi, ma io non trattavo, gli dissi che se voleva organizzare quelle erano le somme, 50 ora e 40 dopo, prendere o lasciare, a me non me ne fregava un cazzo. Restammo che m'avrebbe portato l'anticio l'indomani, che tra la prima e la seconda ora ci saremmo beccati nei cessi dove m'avrebbe allummato la grana. Tornato a casa misi in allerta A. e J. I due sembravano contenti di batter cassa anche dopo le vacanze e tutto sommato pensavo che con qualche incarico di tanto in tanto avrei potuto tirare su qualcosina da mettere da parte. Il giorno dopo mi beccai con il segaiolo, mi feci passare la grana e gli dissi di aspettare qualche giorno prima di ricevere i beveraggi. Passati due giorni beccai il tipo nel cortile e gli dissi che lo scambio era pronto, J aveva già messo lo zaino dietro la siepe e io dissi allo stronzo di andare al cesso e di aspettarmi li che gli avrei portato il tutto. Lui si diresse ai cessi io dietro la mensa dove allungai l mani sullo zaino stracarico. presi il peso dello zaino sulle spalle e mi avviai al luogo dello scambio. Entrai nel coridoio mi avviai verso i pisciatoi e notai subito qualcosa di strano, si apri una porta di una aula che avevo appena sorpassato e usci fuori la capoccia di Sarah che mi disse pacatamente di mettere giù il fottuto zaino di aprirlo e seguirla nel suo ufficio, notai con la coda dell'occhio il pezzo di merda sgattaiolare via. Quel bastardo m'aveva venduto, ma ora il mio problema immediato era un altro, come cazzo uscirne. La sarah era davvero incazzata nera. Voleva denunciarmi alle autorita, sospendermi e sa solo il cazzo cosa. Mi disse che durante l'estate s'erano verificati troppi sbotti e incidenti causati dall'alcol che i ragazzi ciucciavano all'interno del college. Che c'era qualcuno che riforniva gli stronzi in "vacanza studio" e che tutti i sospetti cadderò su di me. La prima cosa che fece fu quella di chiamare i miei genitori convocandoli per lo stesso giorno, poi prese lo zaino lo aprì e quasi mi fulminò con gli occhi. Disse che era molto delusa, che secondo lei io ero un ragazzo che poteva combinare qualcosa se solo spendesse un quarto del tempo perso a pensare a ste merdate nello studio. Forse aveva ragione, forse no. Dopo qualche minuto entrò anche Fad, e la cosa non mi fece molto piacere, prendersi una cazziata dal capo ci stava, ma vedere la delusione sul volto di Fad, mi fece male. Abbassaì la testa e presi il berretto del Brentford e me lo calai sugli occhi. Fad mi mise una mano sulla spalla e mi chiese il perchè, che cosa mi era venuto in testa, perchè dovevo rovinare tutto in quel modo. Dopo circa un paio d'ore arrivò mia madre, povera donna, era mortificata ma sentivo la sua rabbia contro di me. Non la guardai manco, non ne avevo bisogno, già sapevo quale smorfia aveva sul viso. Sarah le spiegò il tutto e le mostrò anche lo zaino con i beveraggi. Sempre Sarah mi chiese chi ci stava di mezzo oltre che io, ma col cazzo che cagavo con la bocca qualche nome. Insisteva, che quello che avevo fatto era passibile di condanna, ma sinceramente non avrei fatto il nome di nessuno manco se m'avesserò torturato. Perchè fin da quando sei piccolo e cresci tra il popolo, ovunque sia, apprendi come prima cosa che chi tradisce un socio, un fratello, ha sempre meritato di finire al macello. Cosi non aprii bocca e presa da un impeto di ira disse a mia madre che m'avrebbe sospeso, e avrebbe comunicato l'accaduto all'autorità giudiziaria minorile della circoscrizione. La vecchia non disse nulla, non provò a giustificarmi, senti solo che disse alla sarh che le dispiaceva, che non sapeva cosa fare con me e che era d'accordo nel farmi dare una punizione esemplare affinchè imparassi la lezione. In quei momenti non pensavo a nulla, chiusi gli occhi sotto la visiera del berretto e fantasticavo spaigge tropicali e fighe esotiche. Furono avvisati gli organi competenti io fui sospeso per 3 giorni e dopo due giorni dall'accaduto fui convocato con mi madre e mio padre negli uffici che si occupavano dei coglioncelli come me. In quei giorni il mio vecchio a stentò mi guardò un paio di volte, pensavo che avesse voglia di prendermi a sberle, ma del resto non pretendeva di aggiustarlo tutto con 5 schiaffoni, anche perchè sapeva bene che non me ne sarei stato li a subire, anche se a darmele era lui. Entrammo nell'ufficio, e dietro la scrivania c'era un ammasso informe di lardo che doveva essere una donna. Salutò i miei, lesse il verbale che aveva in mezzo a tanti altri e chiese ai miei genitori cosa volessero fare, se risolvere il tutto pagando un ammenda, oppure ripagare la società dal danno commesso facendomi fare 45 ore di lavori socialemnte utili. La risposta la diede mio padre: "Ho già speso troppi soldi per lui, che paghi e capisca". Mise un paio di firme e cosi fui obbligato a perdere 3 ore ogni pomeriggio all'ospedale geiatrico del quartiere. Mi fu proibito di vedere i miei soci, avevo l'autorizzazione solo di andare da casa verso scuola, da scuola verso il geiatrico e dal geiatrico a casa. Il primo giorno di lavori socialmente utili fu una merda. Mi ritrovai in un salone circondato da vecchi che a stento riuscivano a sbiascicare due parole. Non li capivo per un cazzo. Il mio compito era quello di portare i vassoi con la sbobba ai vecchi e di aiutare chi non fosse capace a buttar giù quello schifo che gli davano. Tornato a casa ero incazzato nero, da parte avevo una somma con la quale potevo pagare l'ammenda invece di subire quella tortura, ma non si poteva fare ormai più nulla. Volevo andare in salotto e sbattere le banconote in faccia al mio vecchio ringhiandogli di andarci lui a mettere il vomito nelle bocche di quei morti ambulanti. Ma non lo feci mai. Qaundo i miei se ne andarono a letto , una notte ne aprofittai per andare al campo di cemento e beccarmi con i soci, che sapevano già tutto. Quando arrivai A e J furono sorpresi di vedermi, mi vennero incontro e iniziarono a darmi pacche sulle spalle, con loro c'era pure un certo stronzo che chiamavano Stik, perchè magro e alto. Aveva sui 23 ed era uno dei capoccia che mandavano le gradinate del brentford. Mi si avvicinò e mi diede la mano, mi chiese come mi chiamassi e mi disse che avevo due belle palle sotto, che il fatto di non aver detto nulla mi era valso il suo rispetto. Dissi che non c'era nessun problema, che io non ero un boccalarga di merda e che preferisco pagare tutto io invece di mettere nei casini i miei soci. Mi diede un cazzotto amichevole sulla spalla e mi disse che ero uno ok, e che se avessi avuto qualche problema lui poteva darmi una mano. Lo ringrazai e gli chiesi solo se avesse un po d'erba da fuamre tutti insieme e qualche birra. Stik fece una gran risata si tiro la testa all'indietro e disse che non 'era nessun problema, che quella notte si festeggiava l'italiano che era entrato a pieno diritto nella famiglia dei brentford-boy...

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